Odg su voto italiani residenti all'estero in Paese extra UE per elezioni europee

Odg su voto italiani residenti all'estero in Paese extra UE per elezioni europee

Ordine del Giorno 9/01780/012

Atto Camera, Ordine del Giorno 9/01780/012, presentato dall’on. Federica ONORI, testo diMercoledì 20 marzo 2024, seduta n. 266

  La Camera,

premesso che:

l'esercizio del diritto di voto per gli italiani all'estero non è garantito in maniera uniforme: esso varia, infatti, a seconda del Paese di residenza, della categoria di appartenenza oppure, ancora, in base alla tipologia di elezioni (amministrative, politiche, europee, referendum);

in particolare, ai cittadini italiani residenti all'estero in un Paese extra UE non è concesso – ad esclusione del rientro in Italia – di votare per eleggere i rappresentanti italiani al Parlamento europeo: ciò si traduce in una violazione della parità di accesso all'esercizio del diritto di voto e di quanto sancito dal terzo comma dell'articolo 48 della Costituzione italiana;

i cittadini italiani residenti all'estero in Paesi che non siano membri dell'Unione europea subiscono una discriminazione ingiustificata nell'accesso all'esercizio del diritto di voto in occasione delle elezioni dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo, poiché non è prevista alcuna modalità di votazione ad esclusione del rientro in Italia presso il proprio Comune AIRE, modalità che si rivela un ostacolo insormontabile per molti cittadini. Tra questi, vi sono anche i numerosi italiani residenti nel Regno Unito che, paradossalmente, hanno potuto votare dall'estero alle elezioni europee del 2019 e non potranno farlo nel 2024. Tuttavia, i più di 3 milioni di italiani residenti in Paesi non membri UE sono computati nel calcolo dei seggi assegnati del Parlamento europeo assegnati all'Italia ma, di fatto, non hanno la possibilità di esprimere il proprio voto, se non rientrando in Italia;

ai sensi del decreto-legge 24 giugno 1994, n. 408, possono votare all'estero per l'elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo: i cittadini italiani residenti in uno Stato dell'Unione europea e regolarmente iscritti all'AIRE; i cittadini italiani ed i familiari con essi conviventi che si trovano temporaneamente nei Paesi UE per motivi di studio o di lavoro, presentando – entro i termini di legge – apposita domanda al Sindaco del Comune italiano nelle cui liste elettorali sono iscritti. Di conseguenza, pur prevedendo la possibilità di voto all'estero per i cittadini italiani residenti in uno Stato membro dell'Unione europea o che ivi si trovino temporaneamente per motivi di studio o di lavoro, l'Italia risulta essere l'unico Paese fondatore dell'Unione europea a non prevedere una modalità di voto all'estero che non richieda il rientro nel territorio italiano per i cittadini italiani residenti in Paesi non membri UE per le elezioni dei rappresentanti del Parlamento europeo. Gli unici altri Stati Membri a non prevedere tali modalità sono Bulgaria, Cipro, Danimarca e Grecia;

l'articolo 14, comma 2, del TUE stabilisce che «Il Parlamento europeo è composto di rappresentanti dei cittadini dell'Unione». Al comma 3 del medesimo articolo si afferma che «I membri del Parlamento europeo sono eletti a suffragio universale diretto, libero e segreto, per un mandato di cinque anni.» Infine, l'articolo 20 del TFUE, al comma 1, recita che «È istituita una cittadinanza dell'Unione. È cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro», e al comma 2 aggiunge che «I cittadini dell'Unione godono dei diritti e sono soggetti ai doveri previsti nei trattati»;

la Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 14 febbraio 2023 sulla proposta di direttiva del Consiglio relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini (COM(2021)0732 – C9-0021/2022 – 2021/0372(CNS)) suggerisce che «Gli Stati Membri dovrebbero rendere l'esercizio dei diritti elettorali il più possibile democratico, proporzionato e semplice, eliminando tutti gli ostacoli alla partecipazione alle elezioni.» e che «gli Stati membri prendono in considerazione l'introduzione di strumenti di voto complementari per le elezioni del Parlamento europeo, quali il voto per corrispondenza, il voto in presenza anticipato, il voto per delega, i seggi elettorali mobili per gli elettori che non sono in grado di recarsi ai seggi elettorali il giorno delle elezioni nonché il voto elettronico e online.»;

il decreto-legge in esame, all'articolo 1-ter, introduce una disciplina sperimentale per l'esercizio del diritto di voto da parte degli studenti fuori sede in occasione delle elezioni europee del prossimo giugno. Essendo il diritto di voto alla base dei principi di tutte le democrazie, sarebbe opportuno non disattenderlo e pertanto escludere, dal presente provvedimento, una determinata categoria di cittadini: è necessario eliminare tutte quelle differenze esistenti fra italiani residenti in Italia e quelli all'estero,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare eventuali iniziative anche normative, allo scopo di prevedere, a partire dalle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia successive a quelle del 2024, una modalità di voto per gli italiani residenti all'estero in Paesi non membri dell'Unione europea che sia differente dall'unica attualmente possibile consistente nel rientro presso il proprio comune italiano di iscrizione elettorale.9/1780/12.

 (Testo modificato nel corso della seduta)


- on. Federica  Onori, deputato Circoscrizione Europa,  italiani all’estero

https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=9/01780/012&ramo=CAMERA&leg=19




Ancora nessun commento
Cerca